I New Dada a “LO SPIRITO NOMADE” E LA TERNI “BEAT”
Corsivo/ “LO SPIRITO NOMADE” E LA TERNI “BEAT”
28 gennaio 2012
-di Giancarlo Padula-
L’inaugurazione a Terni di “SPIRITO NOMADE”, il “NOMADI FAN CLUB” della nostra città, mi riporta indietro di ben 46 anni. Il “Beat” qui da noi visse una stagione florida, densa di suoni, ideali, chimere, sogni: dal 1966 al 1968, due anni, prima che arrivasse l’onda del politicizzatissimo “SESSANTOTTO”, che a Terni di fatto su il 1969. E forse si tratterà di una coincidenza, ma il mio prossimo album doppio, il decimo della mia carriera di cantautore, che uscira’ entro un paio di mesi (Febbraio-Marzo 2012), questa volta solo per il pubblico ternano, che si intitola “Grideranno le pietre”, contiene quattro famosissime canzoni, (tre delle quali firmate da Francesco Guccini) ma intepretate magistralmente dai Nomadi: “Dio è morto”, “Aushwitz”, “Noi non ci saremo”, poi, “Io vagabondo”.
(....)
Nella mia piccola discoteca non comparivano ancora i “quattro baronetti”, ero talmente affascinato dall’Equipe che non me ne mancava uno, di loro disco, e aveva dato man forte a questa irrefrenabile “passione”, Manlio Alcini che abitava in via Fratti, un patito di Vandelli & C. Il fratello, un po’ più grande, aveva allestito nella cantina uno dei primi “club”, tappezzati di manifesti di cantanti dell’epoca: oltre ai complessi citati: I Dik Dik, i New Dada; Adamo; e “naturalmente: Beatles e Rolling Stones, gli Who; Bob Dylan; gli Yeardbyrds, I Motown di Lalli Scott: “Prendi la chitarra e vai”, “Papà e Mamma”; “Quel che ti ho dato”; “La fine del libro”; “Notte senza fine”; “Se credi a quello che”, questa era la mia colonna sonora di quei giorni, di quei tempi, insieme a “La pioggia che va”; “Piangi con me”; “La mia città”; “C’è una strana espressione nei tuoi occhi”.
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28 gennaio 2012
-di Giancarlo Padula-
L’inaugurazione a Terni di “SPIRITO NOMADE”, il “NOMADI FAN CLUB” della nostra città, mi riporta indietro di ben 46 anni. Il “Beat” qui da noi visse una stagione florida, densa di suoni, ideali, chimere, sogni: dal 1966 al 1968, due anni, prima che arrivasse l’onda del politicizzatissimo “SESSANTOTTO”, che a Terni di fatto su il 1969. E forse si tratterà di una coincidenza, ma il mio prossimo album doppio, il decimo della mia carriera di cantautore, che uscira’ entro un paio di mesi (Febbraio-Marzo 2012), questa volta solo per il pubblico ternano, che si intitola “Grideranno le pietre”, contiene quattro famosissime canzoni, (tre delle quali firmate da Francesco Guccini) ma intepretate magistralmente dai Nomadi: “Dio è morto”, “Aushwitz”, “Noi non ci saremo”, poi, “Io vagabondo”.
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Nella mia piccola discoteca non comparivano ancora i “quattro baronetti”, ero talmente affascinato dall’Equipe che non me ne mancava uno, di loro disco, e aveva dato man forte a questa irrefrenabile “passione”, Manlio Alcini che abitava in via Fratti, un patito di Vandelli & C. Il fratello, un po’ più grande, aveva allestito nella cantina uno dei primi “club”, tappezzati di manifesti di cantanti dell’epoca: oltre ai complessi citati: I Dik Dik, i New Dada; Adamo; e “naturalmente: Beatles e Rolling Stones, gli Who; Bob Dylan; gli Yeardbyrds, I Motown di Lalli Scott: “Prendi la chitarra e vai”, “Papà e Mamma”; “Quel che ti ho dato”; “La fine del libro”; “Notte senza fine”; “Se credi a quello che”, questa era la mia colonna sonora di quei giorni, di quei tempi, insieme a “La pioggia che va”; “Piangi con me”; “La mia città”; “C’è una strana espressione nei tuoi occhi”.
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