Maurizio Arcieri - Un maestro intelligente, provocatore, surreale - Distorsioni - Press review
Avevamo promesso ai lettori di Distorsioni di tornare a parlare dell’opera di Maurizio Arcieri all’inizio del 2015 dopo le due imponenti monografie proposte lo scorso anno, ma non ci saremmo mai aspettati di dover scrivere della morte dell’autore milanese, delle cui cause non si sa molto. Maurizio dei New Dada (o dei Krisma se
preferite) si è spento nel pomeriggio di giovedì 29 gennaio 2015 nel letto dell’ospedale di Varese per cause non rese note. Si legge dal quotidiano Varese News, che ha diffuso la notizia, che fosse malato da tempo, ma i vari nostri contatti con l’artista milanese per la stesura dei nostri articoli monografici ce lo mostravano, fino al soggiorno londinese dello scorso Natale, come una persona assolutamente vitale, con ancora tantissime idee per la testa e una ironia spiccata, non lasciando presagire nulla di negativo. Anzi negli ultimi tempi lo avevamo visto “on stage” dimagrito ed energico più che mai: ecco (qui a sinistra) la sua ultima foto artistica scattata a Londra a fine dicembre che lo ritrae in forma smagliante a quasi settantatre anni d’età
Innovatore e precursore in Italia (ma non solo) di tendenze musicali a partire già dagli anni ’60, Maurizio Arcieri è stato un artista visionario (bastava parlarci cinque minuti per capire il magma di idee che frullavano nella sua testa) e una persona di grande umanità, cortesia e ironia, doti rare nel mondo dello show business. Una persona che con la sua band ha fatto da supporter ai Beatles nel 1967 per ben sette date consecutive senza essere linciato, ma venendo addirittura acclamato dal pubblico giovanile della band britannica, che ha lavorato con etichette major del calibro della tedesca Polydor, dell’americana Atlantic e delle italiane CGD e Carosello, arrivando a collaborare con produttori e compositori del calibro di Vangelis, Hans Zimmer, Arto Lindsay, Martin Hannett e Battiato, che ha collaborato con emittenti televisive importanti quali RAI (Fuori Orario, Publimania, Sat Sat), Mediaset (Be Bop A Lula, Chiambretti Night), France 2, fondando una delle prime televisioni satellitari in Italia negli anni ’90, che ha persino flirtato (in diverse fasi della sua carriera) con il cinema, non è facile che corrisponda al ritratto di una persona umile, cordiale e dotato a settantadue anni di una giovialità inaspettata.

suo quoziente intellettivo che facevano ben capire che un certo malessere pervadeva l’artista. A questa affermazione segue dieci giorni prima della scomparsa di Maurizio una frase della sua compagna nella vita e nell’arte Cristina Moser (da poco avevano festeggiato il quarantaduesimo anniversario di matrimonio):
A noi piace ricordare Maurizio che scherza con la morte, forse esorcizzandone la paura, con frasi del tipo “Ne abbiamo viste talmente tante che potremmo giudicare come se fossimo
dall’aldilà” (impersonando insieme a Cristina gli Ex Voto, i fantasmi dei Krisma, chiamati dallo showman Piero Chiambretti per fare da “opinionisti dall’aldilà” nel suo “Chiambretti Night”) o quando in una intervista in occasione dell’uscita del film “Sexy Shop” (l’ultima apparizione cinematografia di Maurizio e Cristina) all’affermazione del regista “Ci hai regalato una strepitosa ed elegantissima interpretazione, questo dandy che arriva, entra nel nostro negozio…” risponde con “io avrei voluto fare di più ragazzi, ho fatto il morto!” (infatti Maurizio interpreta il ruolo di un signore elegante che muore mentre vede un film porno all’interno del sexy shop, luogo attorno a cui si basano le gag del film) o la celebre frase “Quando morirò non cambierà nulla per la musica italiana. Spero di cambiare qualcosa per la musica celeste”. Non a caso a piangerne la morte sono solo i fan, colleghi e giornalisti musicali, totalmente ignorato dalle televisioni italiane con cui egli stesso aveva collaborato. Lo ricordano così:
"Il mio primo Maestro intelligente, provocatore, surreale, fiero di stare fuori dai giochi: Maurizio Arcieri. Punk’s not dead” (Enrico Ruggeri)
“Maurizio Arcieri è volato nell’altra dimensione. 5 minuti e poi un jet partirà portandoti via da me. Artista incredibile” (Red Ronnie)
“Addio a Maurizio Arcieri, il personaggio più autenticamente punk che abbiamo mai conosciuto in carne e ossa…. Nel 1977 con Chinese Restaurant i Chrisma erano più avanti di molti blasonati e successivi gruppi new wave britannici…” (Subsonica)
“Ricordiamo Maurizio Arcieri, uno spirito libero, fuori dai ranghi, come pochi in Italia hanno mai avuto il coraggio di essere…” (Angelo Branduardi)
“Era uno libero, matto come la carta da gioco, colto, informatissimo, simpatico, visionario, pericoloso, innamorato” (Jovanotti)
“E’ morto quello che quando pubblicavo una fanzine punk nel 1978 me ne comprava un numero di copie sufficiente a farmi stampare il numero successivo. E’ morto il mio babbo musicale. E’ morto un genio spesso incompreso. E’ morto il pioniere della musica elettronica italiana. E’ morto un uomo meraviglioso. E non posso far altro che piangere…” (Johnsonn Righeira)
“Un artista straordinario, meraviglioso e mai abbastanza capito e premiato da una massa troppo addormentata e distratta… un bacio cosmico a te ribelle idolo biondo!” (Ivan Cattaneo)
Alla domanda che Cristina Moser fa ai suoi amici di Facebook “e adesso?” ci sentiamo di rispondere con un accorato invito a continuare a diffondere con tutte le sue energie - e sappiamo che ne ha - il bagaglio culturale che Maurizio ci ha lasciato, per far sì che l’oblio non cali sull’opera di questo geniale artista e che Maurizio non resti “quello che cantava Cinque Minuti e Poi”, e i Krisma non siano ricordati solo per “quelli di Many Kisses e Chiambretti Night”. Un abbraccio a Cristina Moser da parte di tutta la redazione di Distorsioni.
Diego Loporcaro
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