Thursday, April 14, 2016

Krisma - "Iceberg" review (1986, magazine clip)

A quasi due anni dal precedente LP «Nothing To Do With The Dog», quello di Cristina Moser e Maurizio Arcieri, meglio noti come Krisma, è un ritorno discografico salutato con piacere da tutti coloro che intendono la musica quale ricerca di moduli espressivi inusitati, prima ancora che come divertimento.


Il nuovo singolo della coppia italo-svizzera (che annuncia l'uscita di un LP di futura pubblicazione, «Iceberg») si intitola «Be-Bop» ed è ancora una volta una sorpresa, che sicuramente farà discutere. Si tratta comunque di un brano (non sarebbe appropriato definirlo canzone...) avveniristico e almeno formalmente originale, che coniuga in un atmosfera di tribalità elettronica lo swing delle macchine con l'ossessiva iterazione ritmica di voci umane alienate dall'uso del computer.

Lo si può ascoltare attentamente, considerandolo il punto d'arrivo (o di partenza?) di un'avanzata indagine sonora, ma è anche possibile usarlo quale pretesto per una danza ipnotica e dissociata.

Cristina e Maurizio si muovono con folle razionalità in mezzo ai fili scoperti di congegni digitali sempre più semplici e sofisticati nello stesso tempo.
Se il disco precedente era stato realizzato con l'ausilio di un maneggevole Casio, per questo nuovo progetto Arcieri ha ideato, con la collaborazione di Max Costa, un nuovo sistema - siglato MIDI - in cui ogni suono registrato è prodotto da combinazioni di suoni diversi che si interfacciano tra di loro con un codice funzionante.
L'elettronica - ci confessa la Moser - è per noi un medium indispensabile, perché non siamo dei musicisti nel senso classico del termine e poi ci permette di fare tutto da soli o quasi. Non ci piace far partecipare al nostri progetti altra gente che non vi si trovi coinvolta emozionalmente come noi lo siamo. D'altra parte, le nostre idee sono sempre cosi estremistiche, direi quasi eccessive...

Potrebbe essere stata proprio la difficoltà di far accettare queste idee ai discografici italiani ad aver tenuto lontani per tutto questo tempo i Krisma dal nostro mercato del vinile? Maurizio Arcieri nega decisamente una simile ipotesi: "Il fatto è che siamo stati per un certo periodo a Londra, poi ci hanno chiamato a New York dove abbiamo Inciso il nostro precedente LP per la Atlantic (Fido) e dove abbiamo vissuto si può dire fino a oggi. Sempre a New York abbiamo realizzato altri due album sperimentali e suonato dal vivo con un sacco di musicisti americani in posti come il Ritz o lo Square Theatre. Siamo molto apprezzati negli U.S.A., anche se solo da minoranze intellettuali, come pure in altre parti del mondo, il Giappone per esempio".


Anche il pubblico italiano, però, non li ha certo dimenticati, e non soltanto quello di minoranza. Un successo come «Many Kisses», di qualche anno fa, ha lasciato il segno. Ma ci fu in quell'occasione un astuto avvicinamento ai gusti delle masse?
"No, non abbiamo mai cercato di fare qualcosa di commerciale. Certo, noi vogliamo comunicare con chi ci ascolta, e infatti la nostra musica è un messaggio continuo ma non in maniera tradizionale. Cerchiamo di proporre sempre qualcosa di diverso, di originale, e «Many Kisses» fu soltanto un episodio più fortunato, una proposta sincera come le altre ma accettata anche dal grande pubblico. Però non abbiamo mai voluto ripeterci, continuando magari sulla scia di quella canzone per vendere dischi".

Il Krisma cercano sempre nuove soluzioni. Ma non temono che la nota pigrizia del consumatore musica possa portarli a rifiuti e fallimenti?
"Anche noi noi siamo pigri" rispondono seccamente in coro Cristina e Maurizio. Prima o poi però una delle due parti dovrà pur muoversi propiziare un incontro.
Se si vuole che avvenga, beninteso.


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